martedì 17 febbraio 2009

MA...quanto costa?

Ma....quanto costa intagliare a coltello? E , in tempi di crisi e di risparmio, parliamo di costi? Perche’ un hobby costa...eccome se costa....Se avete anche la passione della falegnameria e della tornitura , il problema e' risolto. Vi fate i pezzi da soli, il prezzo non e' piu' un problema,
Cominciamo ad esempio dagli oggetti grezzi da intagliare. I prezzi delle scatole (grezze) differiscono per misura o per quanto il pezzo ‘sia riuscito bene’; molti tra quelli che realizzano a mano scatole in legno non hanno un listino e fanno di volta in volta i prezzi piu' capricciosi del mondo. Penso, tuttavia, che una produzione in  grande quantita' potrebbe abbassare il prezzo, ma io ancora non ho trovato un posto 'giusto' ; inoltre , attenzione alla qualita’; io ho preferito sino ad ora oggetti italiani artigianali. Secondo me le scatole piu’ belle le fanno i veri falegnami , non le fabbriche in serie;  e son dolori...
Altro tema: gli oggetti torniti da intagliare si trovano (almeno, ora io ne trovo, dopo la fatica iniziale degli anni scorsi..., sia di media che di alta qualita’). Certamente per chi inizia e non e’ ancora certo di un risultato piu' che accettabile e’ meglio, forse, evitare i pezzi grezzi troppo costosi, non sempre necessari per ottenere un bell’effetto. I prezzi dei grezzi dipendono molto dalla qualita’ del lavoro, dall’essenza, dalla forma: penso si possa spendere da 1-2- euro di forme molto semplici (come placche per portachiavi) ai 4-5 di piccolissime ciotoline, ai 7-8 euro di vasetti semplici, a 10-12-15-20 euro per una bomoniera in noce nazionale  piccolissima. E' facile incorrere nei 70-100 euro di un grosso piatto o di una biscottiera in noce con il coperchio dalla forma esteticamante molto accattivante, precisa, morbida e i bordi ben fatti, molto sottili, lavorati dal tornitore come una porcellana. I prezzi possono scendere molto se riuscite a trovare i pochi pezzi rimasti invenduti di un a grossa ordinazione di migliaia di pezzi. Gli oggetti asimmetrici non torniti ( il cuore, lo specchio da toilette, la scatolina particolare) vengono realizzati in serie da chi ha macchine automatizzate o computerizzate e se si e’ fortunati e si capita dove sono avanzati pochi pezzi da grandi ordini , come dicevo, allora il costo per l’hobbista e’ ragionevole, ma se vi viene in mente di realizzare per due amici o parenti il pezzo della vostra vita, ben curato nella forma e poco usuale, e’ meglio che valutiate bene , prima di invaghirvi dell’idea e di soffrire poi per non aver potuto realizzare il vostro progetto. Io sono arrivata alla conclusione seguente: preferisco in alcuni casi limitati realizzare, scavare, scolpire da sola i miei pezzi grezzi, con seghetto, sgorbie e scalpelli (vedi i miei prototipi di scatole rotonde e ovali o lo specchio da toeletta o i cuori apribili) , con risultati non sempre eccezionali, pur di non rinunciare a intagliare. Ma magari chi vive vicino alla Valdaosta e ai laboratori specializzati ha piu’ chance di quante io non ne abbia, insisto, vicino alla modernissima Milano.
I disegni dei motivi da intagliare: spesso mi viene richiesto dai lettori del blog o dai visitatori di qualche piccola mostra, dove reprirli. Capisco che all'inizio, magari per gli esercizi di apprendimento, se ne abbia necessita', ma penso che man mano che si apprenda la tecnica dell'intaglio si debba cercare di esprimere proprie creazioni, se non si vuole restare in un mero ambito di tecnicismo da esecutori , ma esprimere un pizzico di quell'arte creativa che c'e' in ognuno di noi.
Qualche volta vediamo un decoro talmente bello, che vogliamo farlo anche noi, ma per lo piu' dovremmo creare nostri disegni.
Tuttavia se volete acquistare ‘ pattern’ cioe’ schemi ricalcabili, il mercato ne e’ pieno, specialmente gli americani hanno molti siti che vendono a pochissimo i loro disegni; il bello dei disegni geometrici e’ che non c’e’ bisogno di copiarli, la soddisfazione e’ proprio nel comporli, magari, dopo avere dato un’occhiata alle numerose immagini e foto disponibili su web o su alcuni libri di base. Spesso basta delimitare con un righello alcune aree e poi la fantasia aiuta , un po’ di senso di ritmo e di simmetria non sta male... Concludo dicendo che per il nostro hobby i disegni non sono forse la causa principale di spesa. Prendiamo ad esempio la scatola di cedro con rosone che aveva sollevato alcune domande sul blog: non e’ la copia di un’altra scatola, ma come ripeto spesso di sicuro le parti che compongono il decoro le potrete ritrovare in mille lavori di mille intagliatori. Le bordure sono abbastanza ottocentesche, ho avuto problemi a ‘raccordarle’ laddove il lato non era proporzionale al modulo base che le compongono (per intenderci , il cuoricino ce l’ho messo io , come escamotage per far tornare ‘il passo’ su due lati non proporzionali al motivo). Il rosone e' un dodecagono, disegnato con il compasso direttamente sul legno, gli spicchi pieni sono tali per non incorrere nei problemi del cedro, che si spezza talvolta (figura 'positiva',i libri sono zeppi di centri di rosone a spicchi pieni).... Insomma, io credo che tutti i disegni geometrici nell'intaglio a coltello come i rosoni (diversamente dal disegno ornato) siano molto ricorrenti e quasi tutti uguali, ma che la vostra creativita' puo' renderli tutti diversi; inoltre secondo me, la creativita' non vuol dire fare assolutamente ogni volta qualche cosa di diverso, perche' di sicuro qualcuno lo ha gia'inventato in secoli di intaglio a tacche con uno strumento come il coltello, ma sono le proporzioni, la posizione relativa dei decori scelti e la loro collocazione sul pezzo, le distanze , gli spessori , le curvature che fanno lo stile personale, la scelta del soggetto adatto alle linee esterne di sagoma del pezzo (altra cosa molto importante, l'armonia tra il decoro e il pezzo su cui si esegue). E’ innegabile che, come ho gia’ scritto anche sul vecchio forum ‘il legno’ o in qualche post qui sul blog, specialmente quando si e’ nella fase di ‘formazione’ delle proprie capacita’ , anche quando si crede di ‘creare’ ex novo si e’ influenzati molto piu’ di quanto non ci si renda conto da cio’ che si e’ visto, cosi’ sono sicura che se avessi visto per prime le pubblicazioni di un autore piuttosto che quelle di un altro avrei magari realizzato decori diversi .
 Gli attrezzi: costicchiano, inoltre non tutti noi abitiamo vicino ai negozi che li vendono, cosi’ costano ancora di piu’ per il viaggio o per la spedizione del pacco ordinato via internet...; i coltelli sono piu’ abbordabili (penso di poter dire dai 12 ai 15 -20 euro), le sgorbie di qualita’ talora non scherzano (dai 25 ai 45 euro medi). Per non parlare di accessori, quali viti da scultori, morsetti speciali, etc... Io non ho un laboratorio, chi ha un vecchio banco da falegname puo’ organizzarsi un posto di lavoro , ma in appartamento piccolo e’ molto difficile, per me addirittura impossibile. E’ anche per questo che resto il piu' possibile sull’intaglio a coltello. Se intagliate solo a coltello, potete avere anche solo due coltelli e fare lavori bellissimi, ve ne concedo tre al max, veramente indispensabili, il resto e' utile, ma non necessario. Un aneddoto: come vi dicevo gia’ sopra, prima di cominciare ad intagliare, ho dovuto spendere un sacco di tempo cercando di tutto. Avviene cosi’ che trovato il numero dei fratelli Codega, parlo con questo gentilissimo signore (credo sia Nicola Codega), a lungo, lui non solo fa i coltelli, ma intaglia...mi spiega un po’ di cose... A un certo punto abbandona il tono formale e mi dice quasi in dialetto che secondo lui e contro il suo stesso interesse forse sarebbe meglio che avessi due 'b' piuttosto che tante lame e mi consiglia un libro, uno di quelli storici, editi da Priuli e Verlucca, scritti dai maestri Valdaostani. Non mi piace fare pubblicita' dal mio blog, ma credo che tutti abbiamo una copia di quei libri, anche perche’ in Italia di autori italiani sull’argomento ce ne sono o ne compaiono pochi. Al momento mi sembra che lui voglia semplificarmi la strada dell'inizio da autodidatta e faccio di tutto , al contrario, per procurami un intera confezione completa di tutti i suoi coltelli da intaglio. Una specie di sfida: li trovo a buon prezzo veramente (ma pur sempre una bella spesa..) e li compero orgogliosa ...bhe', volete sapere come e’ finita? Intagliavo da due anni e mezzo ormai e a piu’ riprese avevo acquistato ancora altri 'b' che facevo ruotare nel lavoro per averli sempre arrotati bene (???!!!...), mentre tutti gli altri coltelli sono li',dopo anni, intonsi nella confezione iniziale. Eppure quelle lame non sono inutili, hanno tutte uno scopo preciso, o meglio ce l’hanno nella mente di chi li ha forgiati o nella mente di un professionista. E raffinato. C'e' chi ha scelto come preferito il '7' o uno Pfeil o uno Stubai particolare, ma la storia cambia poco: ognuno di noi credo abbia una capacita' istintiva di scegliere un attrezzo e di fare quasi tutto con quello; cio' e' particolarmente vero per il coltello da intaglio.
All'inizio del mio intaglio,  lessi su internet alcune lezioni 'free' di un corso di intaglio in lingua inglese, in cui era indicato il minimo set di coltelli e sgorbie per fare gli esercizi, pure free, con la minima spesa e la massima riuscita. Le sgorbie erano: una sgorbia a ‘v’, due sgorbie curve simili tra loro, ma di misure diverse per scavare, una sgorbia diritta, uno scalpello. C’erano anche due coltellini, uno ‘stab’ e un coltello curvo, simile ad alcune lame di Codega. Anche un noto intagliatore americano, e non e’ l’unico, propone ai suoi allievi due coltelli base , uno stab (simile ad uno scalpello a taglio obliquo) e un coltello a lama curva. Quando faccio lavori con decori non geometrici, uso e trovo molto utile anche il base di Pfeil, simile al coltellino da tasca svizzero (salvo che la lama e’ fissa), e’ meno adatto alle torsioni, ma arriva dove altri piu’ tozzi e corti sono quanto mai meno comodi. Eppoi, va ricordato che l’intaglio a coltello, pur permettendo espressioni artistiche molto raffinate, e’ nato nel mondo pastorale o rurale, dove l’unico attrezzo era una lama, tenuta in tasca per tutti gli usi. Alcuni, pastori o gente di montagna, con il coltello da tasca ben affilato sulla pietra riescono a scolpire meglio del migliore scultore in un attrezzatissimo atelier. Dimenticavo: il coltello da intaglio , secondo me, deve avere una caratteristica: essere molto ben bilanciato, in modo tale che, se sfugge dalle mani mentre si lavora, cada a terra battendo di manico e non di punta; cosi’ sara’ salvo il coltello, ma anche il pavimento e, se per caso vi dovesse cadere vicino alle gambe, o malauguratamente sopra, non vi ferira’ in alcun modo. Sara’ un caso, ma i ‘b’ che ho usato sino ad ora sono molto ben bilanciati.
 Il legno: in segheria costa, specialmente a chi non ha amici pronti a regalare o svendere piccoli sfridi; inoltre costa anche andare dal falegname a farsi ‘’dividere’ l’asse comperato in segheria in parti per fare da se' i grezzi o a farsi portare a spessore una tavoletta per un particolare lavoro. Io ad esempio ho trovato vicino casa solo assi molto spesse, mentre avrei necessita' di averne di molto sottili. Colore: bustina di mordente all'anilina, sia ad acqua che ad alcole da stendere a pennello; meglio ancora colori a mallod i nicrda non usare assolutamente per oggetti di uso corrente che debbano entrare in contatto con cibo. Per questi sara' opportuno finire ad olio di oliva o meglio con olio enologico (olio di vaselina) . Io sono convinta che i legni lasciati 'al naturale' , salvo poche eccezioni, siano adatti a realizzare oggetti per case di montagna o di campagna. Spesso preferisco tingere color noce medio sia il tiglio che il cirmolo, che il noce. Ma penso sia solo una questione di gusto personale , anche in relazione al singolo manufatto e allo specifico decoro. Pensate dove vorrete collocare il vostro oggetto intagliato a coltello e decidetene il colore, prima della lucidatura. Iniziate sempre con una tinta piu' diluita , se non avete esperienza, che scurirete passando piu' volte e in modo uniforme. Usate i colori ad acqua, quelli ad alcole sdovrebbero essere per i ritocchi. Tenete presente che fare una prova su uno sfrido dello stesso pezzo di legno e' la cosa migliore. Tavole diverse dello stesso legno possono darvi sorprese indesiderate: siate cauti nel tingere. Ogni essenza ha un a resa diversa con un dato colore o addirittura con tavole diverse dello stesso legno. Inoltre il colore verra' assorbito in modo diverso tra vena e testa. Ua cosa che non ho fatto mai sino ad oggi: policromia su legno. Ci sono oggetti antichi molto belli , a cui il colore aggiunge fascino. MI piacerebbe discutere con qualche vero esperto, che faccia ad esempio restauro scientifico, perche' i colori sul legno se non sapientemente accostati sbavano, fanno 'pacchiano' o fanno 'troppo country' e possono rovinare irreparabilmente un oggetto che magari vi e' costato molto impegno . Cere: se ne usa una certa quantita’, si puo’ pero’ spendere il giusto, salvando la qualita’. Io uso prevalentemente cera pronta per mobili, in pasta, incolore, per lo piu', solo talvolta nella tinta noce medio. Quella che uso maggiormente e' a base di cere d'api con cera di carnauba. La cera di Carnauba serve ad innalzare il punto di fusione e a conferire maggiore lucentezza. Stendo la cera abbondante con un panno morbido , poi lucido con una spazzola a setole naturali non troppo morbida, che ripulisca anche l'interno dei cavi. Alla fine una passata leggera con panno morbido e pulito. Alcuni colleghi usano la cera solida che scaldano sul pezzo con il phon. Mai fatto. La gommalacca a peso in scaglie: costa poco. La gommalacca gia’ pronta: la trovo, scusate, di un costoso indecente L’alcole a 95 gradi: in certe ferramenta/colorifici ha ancora un prezzo onesto (circa 2.5 euro al litro) , ma spesso c’e’ chi se ne apporfitta. I libri: all’inizio per l’intaglio a coltello ne bastano un paio, ma l’esigenza cresce molto quando si vuole cominciare a consolidare le prime esperienze e cercare di portarsi su qualche cosa di piu’ complesso, magari dall’intaglio a tacche all’intaglio tradizionale architettonico/decorativo/tradizionale a sgorbia. Beh’, costicchiano, ma specialmente in lingua inglese se ne trovano davvero molti, nuovi e usati, basta cercare con attenzione , spesso i siti specializzati fanno anche offerte. Talora si trovano anche copie ‘elettroniche’ e allora basta molto meno per acquistarli. La mia conclusione sui costi degli hobby e’ questa: i fornitori sono furbi, oggi tutto cio’ che appen appena si diffonde come hobby diventa subito un business e credo che, visto l’interesse crescente attorno a questi hobby un po’ piu’ ‘consistenti’ e derivati da vecchie attivita’ artigianali/artistiche, vedremo salire i prezzi proporzionalmente al crescere della domanda.

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